E' inaccettabile che si possa avallare per legge la possibilità per gli agricoltori di fare i commercianti al di fuori delle regole del commercio e della tutela dei consumatori. Si verrebbe in questo modo a creare una ingiustificata disparità di trattamento e un grave pregiudizio tra categorie imprenditoriali: così Confcommercio sull'emendamento presentato nell'ambito del decreto legge sulla competitività, in discussione alla Commissione Attività Produttive e Ambiente del Senato, riguardante l'estensione agli agricoltori della vendita diretta al di fuori della propria azienda.
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Confcommercio su competitività: no ad una rete distributiva parallela degli agricoltori
Qualora questa proposta fosse approvata – continua la nota - si metterebbe in ginocchio il commercio, già provato da una recessione che dispiega ancora oggi i suoi effetti, e si produrrebbero altre chiusure di negozi. Ma cosa ben più grave si scardinerebbe il sistema distributivo che si basa su regole certe e che devono valere indistintamente per tutti. Già oggi gli agricoltori godono di una serie di importanti vantaggi competitivi nell'esercizio, di fatto, di un'autentica attività di intermediazione commerciale, potendo vendere anche prodotti di non propria produzione. Lo scenario che si profilerebbe sarebbe caratterizzato dall'ulteriore grave criticità dovuta alla possibilità per gli imprenditori agricoli di costituire delle vere e proprie reti distributive, anche di dimensioni nazionali, senza alcun tipo di programmazione e di controllo.
Qualsiasi imprenditore che voglia intraprendere un'attività commerciale – conclude la nota – ha il diritto di farlo a patto che rispetti e accetti le regole del commercio senza scorciatoie o condizioni di miglior favore. Confcommercio userà tutti gli strumenti possibili e metterà in campo tutte le energie per impedire che una parte del sistema produttivo ne danneggi un'altra.