Il Presidente FEI ha partecipato alla Tavola rotonda organizzata da Unerbe il giornp 9 luglio 2014 a Roma, non entriamo nel merito dell’opportunità di un tale incontro ma riscontriamo che benché le due Associazioni di categoria siano impegnate congiuntamente sullo stesso fronte, tale incontro è stato gestito ed organizzato unilateralmente da Unerbe e questo in un ottica di lavoro congiunto potrebbe non rappresenta un segnale di unità. In ogni caso al di là da ogni polemica, si sottolinea che la FEI ha ribadito la propria posizione rispetto al Piano di Settore delle piante officinali, chiedendo ufficialmente ai funzionari del Ministero delle politiche agricole e della Salute, che per ogni successivo confronto nel merito della modifiche della legge del 1931 non si proceda attraverso lo strumento della delega governativa, la legge del 1931 istituisce la figura dell’Erborista e ne fissa alcuni importanti competenze come quelle relative alla coltivazione e trasformazione delle piante officinali. Ogni atto successivo non può prescindere da un ampio dibattito parlamentare a partire dalle proposte di legge già presentate in questa legislatura.
Eventuali nuovi atti normativi devono essere predisposti in stretta collaborazione con le categorie interessate e nel rispetto delle competenze che la legge attribuisce agli erboristi. Non si accetterà di regredire ante 1931.
La posizione dei coltivatori in ogni caso non è mutata rispetto a quanto già conosciuto sia rispetto alla coltivazione che alla successiva trasformazione delle piante officinali.
All’incontro è intervenuto il Sen. Ceroni Remigio (FI – PdL) della Commissione Bilancio e l’On. Loredana Lupo Capogruppo Commissione Agricoltura del M5S che si è fatta carico di approfondire tutta la tematica del Piano di Settore anche relativamente al punto non concordato con le categorie che introduceva la delega al governo per l’abrogazione/revisione della legge del 1931.
Si è notata la totale assenza delle istituzioni universitarie che hanno preso parte al Tavolo tecnico sulle piante officinali alla tavola rotonda, evidentemente non coinvolte dagli organizzatori, come pure ha destato stupore l’asserzione della moderatrice Dott.ssa Trovato SISTE, che ha sostenuto la tesi che la laurea in TE non sia la diretta conseguenza del diploma di erborista ai sensi della legge del 1931 e che pertanto non essendo il laureato in TE citato in nessuna norma di legge ad esso non verrebbe ascritta ufficialmente alcuna competenza. Ricordiamo che con il Decreto 6/6/1995 si istituì il diploma universitario in TE poi trasformato in laurea triennale, contestualmente fu disattivato l’unico corso rimanente, quello tenuto presso l’Università di Urbino, che rilasciava il diploma di erborista ex legge n. 99 del 1931, in tal modo veniva sancito il normale adeguamento del vecchio titolo alla moderna normativa.
Si riassumono di seguito in estrema sintesi le osservazioni presentate alla tavola rotonda dalla FEI.
- Non accettazione di norme in sostituzione della legge del1931 che istituisce la professione di erborista e ne fissa le competenze essenziali e funzionali, non riconoscendo un Piano di Settore non avallato dalle associazioni di categoria soprattutto a seguito dell’introduzione di un punto assolutamente sensibile non concordato.
- Prima di ogni discussione deve essere bloccata la delega governativa richiesta dal Ministero delle politiche agricole e dalle Regioni.
- Non accettazione di una “legge quadro” che equipari di fatto l’agricoltore all’erborista.
- Il gruppo di legislazione del Tavolo di filiera fu riunito una sola volta, senza peraltro mai affrontare il problema della modifica della legge del 1931.
- Non si accetterà di far regredire le competenze dell’erborista ante 1931, non è possibile rinunciare a quello che già la legge ci attribuisce.
- E’ stata promossa un’azione avventata da parte delle associazioni agricole, invece di interfacciarsi con quelle degli erboristi prima di chiedere l’istituzione del tavolo tecnico.
- In Parlamento sono presenti due proposte di legge che costituiscono la base per ogni ulteriore discussione. Operare per delega comporterebbe una sottrazione della discussione di queste proposte dall’ambito parlamentare, un salto nel buio se non guidato con la massima attenzione e con il dovuto rispetto di tutti i componenti la filiera. Queste proposte di legge rappresentano la base legislativa per aggiornare la legislazione vigente.
- L’erborista rappresenta un valore aggiunto alla filiera, una garanzia a livello di qualità, sicuramente non un vincolo. L’ostacolo alla coltivazione di piante officinali causa la presenza dell’erborista e ricondotto a meri gravami economici per l’impresa agricola è ritenuto dalla FEI un semplice pretesto per ottenere ben altre possibilità connesse alla coltivazione.
- La coltivazione delle piante officinali NON può essere ricondotta a pratica agricola comune.
- Le Università devono assumersi l’onere di concorrere nel favorire le competenze dell’erborista non già alla loro limitazione specialmente su quelle competenze che le stesse forniscono.
La FEI auspica un forte coinvolgimento di tutti i colleghi perché la situazione è piuttosto critica.
Le competenze dell’erborista sono multifattoriali e pertanto si deve dare la possibilità a tutti i colleghi di esercitarle nel modo più ampio possibile.
Si invita quindi a promuovere nei confronti di tutti la petizione presente sul sito www.feierboristi.org
La FEI prenderà in considerazione solo proposte coerenti con quanto sopra affermato, reagirà con tutti i mezzi legalmente possibili a qualsiasi prevaricazione in merito alla professione e alle competenze degli erboristi diplomati/laureati.